Il glossario dei tartufi: significato, termini e definizioni
Il glossario dei tartufi ci aiuta a capire il significato di termini spesso complicati per i non addetti ai lavori: scopriamolo insieme
Il mondo dei tartufi è pieno di parole che a un primo impatto possono sembrare complicate, ma che hanno un significato speciale, legato all’universo di questi deliziosi funghi ipogei.
Che cosa significa, ad esempio, “asco”? E cosa intendiamo quando parliamo di gleba o di foràta? Apriamo allora il nostro dizionario e scopriamo insieme il glossario dei tartufi!
Il glossario del tartufo: dagli aschi alla foràta
A di Asco
Con questo termine si intendono le cellule che contengono le spore del tartufo, quelle che permetteranno ai tartufi di riprodursi. Dal greco Askos = Otre, è una specie di sacco o palloncino che, una volta rotto, consentirà alle spore di diffondersi.
B di Brumale
Il Brumale (o Tartufo Nero Invernale) è una varietà di tartufo nero, molto amata per il suo profumo e il suo sapore deciso. Dal latino Brumalis = proprio del Solstizio d’Inverno. Simile al Tartufo Nero Pregiato, se ne differenzia sia per la stagione di raccolta che per le caratteristiche del peridio e della gleba.
C di Classificazione
Si tratta della catalogazione e dell’ordinamento con il quale si raggruppano le specie di organismi viventi e fossili. Nel caso dei tartufi, la classificazione li vede all’interno della divisione Ascomyceta dei funghi, nella classe dei Pezizomycetes e nell’ordine dei Pezizales.
D di D’Alba
È la denominazione del Tuber Magnatum Pico, il Tartufo Bianco Pregiato. La dicitura completa è Tartufo Bianco d’Alba, anche se non indica per forza la provenienza del tartufo. Non tutti i Tartufi Bianchi d’Alba, infatti, provengono infatti sempre da Alba.
E di Estivo (o Aestivum)
Con questo aggettivo si indica lo Scorzone, un tipo di tartufo tipico dell’estate. Denominato Tartufo Nero Estivo, Tartufo Maggengo o Scorzone Estivo, si differenzia dagli altri tartufi per il sapore delicato e il profumo fungino.
F di Foràta
È il termine gergale con cui si indica l’aver raccolto un tartufo (es. “Ho fatto una foràta”). Ma la F sta anche per Fiorone: con questo termine, invece, si indica un tartufo non ancora maturo.
Tartufi: significato e definizioni
Il nostro viaggio nel glossario del tartufo continua: ripartiamo dalla lettera G!
G di Gleba
È la parte interna, la polpa del tartufo: può avere molte sfumature di colore a seconda della sua varietà ed è accompagnata da venature di colori diversi, in base al tipo di tartufo e al grado di maturazione.
H di Habitat
È l’ambiente in cui crescono i tartufi. Ogni tartufo ha un habitat preferito, con piante simbionti e caratteristiche diverse a seconda delle varietà.
I di Ife
Si tratta di sottili cellule a forma di tubicino: molte ife unite creano il micelio, ovvero l’apparato vegetativo del tartufo. Le ife sono fondamentali perché stabiliscono un rapporto di reciproco scambio con le radici delle piante simbionti e permettono al tartufo di assumere, dalla pianta, gli zuccheri e i nutrimenti necessari alla crescita.
M di Micorriza
Dal greco Mýkes = Fungo e Rhiza = Radice, questo termine indica la combinazione o l’unione delle ife del tartufo con gli apici radicali di una pianta.
N di Nomenclatura
Si intende la dicitura relativa a una varietà di tartufi. Un esempio? La nomenclatura “Tartufo Bianco d’Alba”, oppure “Tartufo Nero di Norcia”.
Il dizionario dei tartufi: dal peridio al vanghetto
P di Peridio
È la scorza esterna del tartufo, che lo protegge. È di un colore diverso a seconda delle varietà di tartufo. Un esempio? Nel Tartufo Nero Pregiato è di colore nero brunastro, costellata di verruche scure con riflessi dal rossiccio al violaceo. Nel Bianco Pregiato, invece, il peridio è liscio e di colore paglierino, con sfumature che vanno dal verde al marrone.
R di Reticolo di Hartig
Indica la parte interna della micorriza. Si tratta di un reticolo di ife che penetra nelle radici delle piante simbionti per scambiare nutrimenti.
S di Spore
Si tratta delle cellule che permettono la riproduzione del tartufo. In questi funghi ipogei le spore sono endogene: si diffondono grazie agli animali che se ne cibano oppure rimanendo nel terreno e germinando.
T di Tartufaio
Detto anche Trifolau, è il cercatore professionista di tartufi. Per diventare tartufaio è necessario seguire un corso e superare un esame che dà diritto al tesserino per la raccolta.
U di Uncinato
Dal latino Uncinatum, indica una varietà di tartufo, l’Uncinato appunto, nota per il suo profumo che ricorda le nocciole e per le caratteristiche creste a forma di uncino sulle spore.
V di Vanghetto… e Z di Zappetta
Sono i nomi di una piccola zappa, molto utile per estrarre i tartufi dal terreno, che fa parte degli strumenti necessari al tartufaio. Può avere diverse forme e punte differenti a seconda del terreno che si andrà a scavare (rettangolare per i terreni morbidi e a freccia per quelli più duri).
Siamo alla fine del nostro glossario del tartufo: ora che avete più familiarità con la teoria e i termini propri di questo universo, non vi rimane che… fare pratica! Magari gustando proprio uno dei tartufi che trovate nel nostro shop online: potrete osservarne il colore, sentirne il profumo e, infine, studiarne il sapore, esaltando in modo straordinario le vostre ricette!