Come trovare i tartufi: le regole base per la ricerca
I tartufi sono funghi ipogei dallo straordinario profumo e dalle infinite possibilità in cucina. Ma dove e come trovare i tartufi? Quali sono le piante che ci aiutano a individuarli, le piante da tartufi, insomma? Le nozioni da conoscere sono tante e non ci si può improvvisare tartufai dall’oggi al domani. Se, tuttavia, si ha questa passione e si vuole intraprendere questa affascinante ricerca, il primo consiglio utile è quello di frequentare un corso per conseguire l’apposito tesserino, che permetterà di iniziare la carriera di tartufai in linea con le normative vigenti.
Il cercatore di tartufi, infatti, oltre a conoscere come si sviluppano i tartufi, le varie specie commestibili e le piante simbionti, ha anche il dovere di salvaguardare l’habitat naturale del tartufo, sensibilissimo ai cambiamenti circostanti. I corsi per il conseguimento del tesserino insegnano quindi anche come comportarsi nei boschi, come usare il vanghetto del tartufaio (limitatamente alla zona in cui si trova il tartufo), come ricoprire con la terra il posto in cui si raccoglie il tartufo, ma anche danno anche nozioni base come, ad esempio, quella di non raccogliere tartufi non ancora maturi o danneggiati. In questo secondo caso, infatti, il tartufo contribuirà, con le sue spore, alla produzione di tartufi dell’anno seguente. Per essere veri tartufai, infine, bisognerà iniziare la ricerca solo con l’ausilio di un cane addestrato.
Insomma, non ci si improvvisa tartufai… ma lo si può diventare, con impegno, passione e buona volontà!
Ma dove e come trovare i tartufi? Un tartufaio esperto non rivelerà mai i suoi segreti di ricerca, per non dare vantaggi alla concorrenza; ma conoscere qualche nozione in più potrà sicuramente aiutare a iniziare questa carriera, che si evolverà poi con la necessaria esperienza… sul campo. Andiamo dunque a scoprire insieme come cercare e dove trovare i tartufi!
Quando cercare i tartufi
Ma dove si possono trovare i tartufi? Prima di scoprire come cercare e dove trovare i tartufi è, però, fondamentale capire quando cercarli e informarsi sulle normative e sui calendari di raccolta dei vari tipi di tartufo. Ogni varietà, infatti, può essere raccolta entro un arco di tempo stabilito dalla legge, al di fuori del quale la raccolta è vietata.
Come dicevamo, ogni tartufo ha il suo periodo di raccolta: quando iniziare, quindi, a cercare i tartufi? Il periodo che va da settembre a dicembre, ad esempio, è la stagione di raccolta perfetta per cercare i tartufi bianchi pregiati e quelli uncinati. Il tartufo nero pregiato, invece, si raccoglie dalla metà di novembre fino alla metà di marzo. Nel periodo che va da gennaio a marzo, invece, potrete trovare il tartufo brumale, che condivide parte del periodo di raccolta con il tartufo marzuolo (che si trova infatti da gennaio fino ad aprile). Quando cercare, invece, i tartufi estivi? In primavera/estate, nel periodo che va da maggio a settembre, consultando i calendari di raccolta regionali e provinciali, che sono diversi nelle diverse zone.
Dove trovare i tartufi
Ma dove nascono i tartufi? Partiamo dicendo che sono funghi ipogei molto delicati, sensibili a ciò che accade intorno a loro; i tartufi crescono sottoterra, in simbiosi con alcuni tipi di piante (che vengono dette quindi simbionti), ma richiedono delle condizioni particolari, per crescere.
Ogni tartufo, infatti, ha delle preferenze: un terreno preferito e delle particolari piante simbionti. È quindi importante conoscere il tipo di terreno ottimale e le piante dove crescono i tartufi: sarà più facile andare alla ricerca di un tartufo se ne studieremo la storia e le caratteristiche… e se ci affideremo all’ottimo fiuto di un cane da tartufo, come il lagotto romagnolo, il pointer inglese, il bracco tedesco e, più in generale, i cani da caccia. In realtà tutti i cani sono potenzialmente cani da tartufo, se addestrati correttamente, ma quelle che abbiamo ricordato sono le razze comunemente più utilizzate.
Parlando, invece, delle regioni dove è più frequente trovare i tartufi, bisogna citare innanzitutto il Piemonte (soprattutto la zona delle langhe); lo seguono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Umbria, Campania e Calabria. In generale, tutte le regioni che si trovano lungo l’Appennino della nostra penisola e anche nelle isole maggiori.
Piante da tartufi: scopriamole insieme
Come trovare, quindi, i tartufi? Ecco qualche esempio. Il tartufo bianco pregiato predilige terreni sabbiosi, calcarei e argillosi, in lieve pendenza, a non più di mille metri sul livello del mare (solo in alcuni casi particolari più in alto). Tutto qui? Non proprio. Perché il terreno deve esser anche ben areato, ricco di calcio e potassio, nonché umido anche nei periodi più caldi.
Le piante dove si possono trovare tartufi di questo tipo sono querce (come rovere, roverella, farnia, cerro), pioppi (bianco e nero), noccioli, salici, tigli, carpini neri, carpini orientali e, anche se raramente con questo tartufo, anche alcune conifere come il pino nero.
Il tartufo nero pregiato predilige invece un ambiente caldo e soleggiato e terreni calcarei ricchi di pietrisco e calcio, dai 300 ai 1000 metri sul livello del mare. Le piante da tartufi preferite da questa varietà sono roverella, cerro, nocciolo, carpino nero, leggio e cisto.
I tartufi uncinati e estivi, invece, preferiscono piante simbionti come carpini bianchi e neri, noccioli, faggi, querce, tigli, cedri e prediligono i terreni argillosi e calcarei, al di sotto dei 1600 metri, senza ristagni d’acqua.
Tartufaie: ecco dove nascono i tartufi
Quando si parla di dove e come trovare i tartufi, però, è necessario parlare anche della coltivazione dei tartufi e delle tartufaie. Innanzitutto, cos’è una tartufaia? In breve, un terreno dove nascono i tartufi. Ma le tartufaie possono essere naturali, controllate o coltivate (in questo caso sono dette anche artificiali).
Le prime sono quelle dove i tartufi nascono in modo spontaneo, senza alcun tipo di aiuto da parte dell’uomo: le piante simbionti sono già presenti nel terreno e i tartufi crescono in modo naturale. Nelle tartufaie naturali, chiunque sia in possesso del tesserino, abbia un cane addestrato e rispetti le normative relative ai periodi e agli orari di raccolta può dedicarsi alla raccolta dei tartufi.
Le tartufaie controllate, invece, sono tartufaie naturali a cui vengono apportate delle migliorie per aiutare la crescita dei tartufi, attraverso l’uso delle cosiddette piante micorizzate: si tratta di piante in cui le spore del tartufo sono già attaccate alle radici, che permettono la nascita e lo sviluppo di nuovi tartufi.
Nel caso delle tartufaie coltivate (o artificiali), invece, si va a creare ad hoc un ambiente idoneo al tartufo: questo prevede lavori di decespugliamento, aratura, spietramento, eventuale irrigazione. Si impiantano poi direttamente le piante micorizzate: insomma, si crea appositamente un habitat perfetto per la crescita dei tartufi, che saranno pronti per la raccolta dopo una decina di anni. La coltivazione del tartufo, pur non essendo facile, è stata tuttavia condotta con buoni risultati per quanto riguarda il tartufo nero pregiato, il bianchetto e lo scorzone; i risultati ottenuti finora per quella del tartufo bianco pregiato, invece, sono ancora scarsi.
A differenza di quanto avviene nelle tartufaie naturali, poi, è importante sapere che in quelle controllate e artificiali la raccolta dei tartufi può essere condotta solo dai proprietari e dagli usufruttuari (anche senza tesserino di raccolta).
Tartufaia, tesserino, piante simbionti, periodi di raccolta: per diventare tartufai e scoprire dove e come trovare i tartufi bisogna quindi conoscere bene il mondo del tartufo e le leggi che lo regolano. Un consiglio? Studiare sodo e con passione le diverse varietà, le zone dove nascono i tartufi, l’habitat che ne consente la crescita e le leggi a riguardo. Solo in questo modo, infatti, si potrà iniziare nel modo migliore il percorso per diventare cercatori provetti e immergersi nel meraviglioso universo di sapori e profumi dei tartufi.